Se state per partire per il Perù, o avete in programma un viaggio in questo splendido paese, una tappa che davvero non potet perdere è quella della visita al Museo Antonini, un vero gioiello nascosto nel deserto della famosa Piana archeologica di Nazca, il cui staff da anni si dedica danni con una inesauribile passione allo studio, alla scoperta, ma al tempo stesso anche all'accoglienza, grazie ad una bellissima Foresteria interna dove i viaggiatori più consapevoli e che capiscono l'importanza di pernottare, finanziandola, in una struttura cosi speciale e meritevole, possono ricevere assistenza ed aiuto per scoprire i dintorni. Il museo, la cui costruzione iniziò prima degli anni ’90, è stato inaugurato nel luglio del 1999 e raccoglie nella sua struttura i risultati delle varie campagne di scavo archeologico nella regione di Nasca, dirette dal dott. Giuseppe Orefici fin dal 1982.
L'ESPOSIZIONE
Grazie ad un accordo con lo Stato peruviano e il Ministerio de Cultura, oggi il Museo Antonini, sede peruviana del Centro Italiano di Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane (CISRAP), rappresenta una delle attrazioni maggiori della regione, ed è una atività facilmente abbinabile alla visita più popolare che tutti i viaggiatori desiderano realizzare in zona, ovvero il sorvolo delle famose "linee di Nazca", ovvero i misteriosi "Geoglifi" che ogni anno attirano centinaia di migliaia di turisti!
Le collezioni esposte con cura e dedizione dal team degli archeologi guidati dal Prof. Orefici provengono da una campagna di scavi pluriennale nel centro cerimoniale di Cahuachi, nonché dagli scavi di altri siti come Pueblo Viejo (valle del Río Nasca, tra Nasca e Cahuachi), San José (valle del Río Ingenio), Huayurí (Valle di Santa Cruz, vicino a Palpa), Jumana, Santa Clara, Usaka, Pacheco. Oltre a conservare questi reperti di inestimabile valore, il museo è anche sede delle successive fasi di studio, analisi e catalogazione successivi agli scavi archeologici, attività che il dott. Orefici continua a dirigere a Cahuachi.
Qui, ogni viaggiatore ha la possibilità di vivere una esperiena straordinaria di conoscenza ed approfondimento, grazie alla presenza di guide specializzate e ad un percorso didattico di pannelli esplicativi che guidano il visitatore nelle sei sale del museo consentendo di acquisire una maggiore consapevolezza ed una conoscenza di base delle culture sviluppatesi nel deserto di Nasca.
Il complesso museale si sviluppa su una superficie interna di 750 m2 e comprende un parco archeologico all’aperto di 1600 m2, dove peraltro si può ammirare anche parte dell’Acquedotto di Bisambra, vestigia del talento degli antichi abitanti nel campo dell’ingegneria idraulica. Nel complesso sono visibili ricostruzioni di tombe, in dimensione reale, con imitazioni delle sepolture e del relativo corredo funerario, ed alcune riproduzioni delle micropitture rupestri di Huayhua e un fedele modello, in scala ridotta, dei geoglifi della Pampa di Nasca.
Il percorso segue un criterio che tiene in considerazione i diversi fattori che condizionarono lo sviluppo delle società che s’insediarono nella Valle di Nasca e nel territorio confinante. Fra questi, uno dei più importanti fu l’ambiente, nel quale l’uomo del Bacino del Río Grande di Nasca apprese a impiegare le risorse naturali. Un altro, fu il modo di utilizzare e trasformare lo spazio fisico disponibile, con finalità economiche e di controllo, sia politico, sia religioso.
LA PRIMA SALA
Pueblo Viejo, Cahuachi, Estaqueria, Paredones e gli acquedotti
La prima sala del Museo introduce alla sezione dedicata all’ambiente e alla descrizione dei principali siti e monumenti archeologici dell’area: Pueblo Viejo, Cahuachi, Estaquería, Paredones e gli acquedotti o gallerie filtranti.
I reperti esposti comprendono dei campioni di piante coltivate, ritrovati durante gli
scavi, oltre ad alcuni esemplari di recipienti ceramici, appartenenti a differenti fasi cronologiche e culturali dei siti oggetto delle ricerche.
I pannelli che illustrano questa sezione comprendono quadri cronologici, mappe, fotografie aeree, immagini dei principali siti archeologici e un’ampia descrizione dell’arte rupestre presente nel territorio di Nasca e Palpa, con la riproduzione dei disegni più significativi. Segue una sezione dedicata ai geoglifi, con una ricca varietà d’immagini e disegni corredati da testi descrittivi e interpretativi. Da questo punto, le tematiche del Museo affrontano tutti gli aspetti della società Nasca. Gli oggetti che sappiamo essere stati associati ad altri o con il luogo in cui furono ubicati, permettono di ricostruire, con un elevato livello d’approssimazione, svariati dettagli della vita quotidiana, dell’economia e dell’organizzazione del popolo di cui ammiriamo la produzione.
LE SALE SUCCESSIVE
San Josè, Pueblo Viejo, Cahuachi Le tre ampie sale successive sono dedicate ai siti di San José, Pueblo Viejo e Cahuachi, con una ricca esposizione di ceramiche, tessuti, manufatti d’osso, conchiglia, legno, terracotta, esemplari di cesti, di zucche incise o pirografate, resti ossei e vegetali, ognuno proveniente da contesti specifici, meticolosamente descritti e studiati sistematicamente con metodi adeguati.
Per ottenere una presentazione didattica delle tecniche costruttive adottate nel campo dell’architettura Nasca, il Museo conta su alcune ricostruzioni d’elementi murari, di colonne, delle tipiche scalinate, oltre ad esempi dei diaframmi più
semplici, come le pareti in canniccio e argilla. Per poter comprendere appieno la monumentalità che caratterizzò Cahuachi nella sua fase di massimo splendore, è stata realizzata la ricostruzione in scala 1:1 di una parte della facciata nord del “Templo del Escalonado”, scoperto nel 1987. Si tratta dell’unico esempio di parete decorata con un fregio continuo, sinora conosciuto nella Valle di Nasca.
Le cerimonie e i rituali associati alle sepolture oppure ai momenti costruttivi, sono rappresentati da un’importante collezione di teste-trofeo o da offerte di differente natura, oltre che dalla ricostruzione di una tomba contenente un individuo mummificato autentico, con deformazione craneale.
Anche l’arte tessile, grazie alla quale i Nasca raggiunsero un gran prestigio, è rappresentata da alcuni reperti che sono unici per gli elementi iconografici che li caratterizzano. Sono esposti anche gli utensili impiegati per la loro fabbricazione.
L'ULTIMA SALA
Periodo Intermedio e Ultimo Periodo Nasca
L’ultima sala comprende materiali appartenenti alle fasi medie e finali di Nasca, ritrovati durante gli scavi ad Estaquería e nel settore più tardo di Pueblo Viejo. Sono esposti, inoltre, manufatti provenienti dalle ricerche in siti ubicati in altre valli, tra cui quelli di Usaka, Santa Clara e Jumana.
Per quanto concerne il Periodo Intermedio Recente, precedente alla dominazione incaica, i materiali provengono prevalentemente dalla "Ciudad Perdida" di Huayurí, scavata nel 1984 e 1985, oltre che dal settore corrispondente all'occupazione finale di Pueblo Viejo in epoca preispanica.
LA BIBLIOTECA E L'AUDITORIUM
All'interno del Centro è presente una biblioteca con testi e pubblicazioni scientifiche relazionate all'archeologia. E' composta da circa 2000 volumi, principalmente relativi all'area peruviana, boliviana e messicana.
La biblioteca è un ottimo strumento e area di lavoro per studiosi e stagisti, i quali avranno la possibilità di utilizzare i volumi in essa contenuti sotto il controllo della Direzione del Centro, così come, in base alle necessità di lavoro, potranno aver accesso ad alcune delle documentazioni dei lavori realizzati durante questi ultimi trent'anni.
All'interno del Centro Studi funziona una sala didattica polifunzionale, idonea per lo svolgimento di lezioni, corsi, seminari e proiezioni di filmati o immagini.
La sala è dotata di strumentazioni multimediali, quali videoproiettore e videolettore DVD. Lo spazio dell'auditorium può ospitare fino a 100 persone a sedere.
LA FORESTERIA E GLI ALLOGGI
La foresteria è una parte importante del Centro Studi perché permette di ospitare un notevole numero di persone durante il periodo di laboratorio che si svolge successivamente agli scavi archeologici. In alcuni casi il personale scientifico utilizza gli spazi privati delle camere da letto anche per realizzare i propri lavori di scrittura o elaborazione degli studi specifici. Il concetto di convivenza, per gli scopi del Centro è sempre stato importantissimo, perché permette, durante le ore di lavoro collettivo e l'assunzione dei pasti, di dialogare tra i diversi studiosi che vi operano arricchendo con le proprie esperienze anche coloro che partecipano a
stage o a periodi di lavoro presso il Centro.
Gli alloggi sono semplici ma confortevoli. Si tratta di abitazioni doppie con bagno interno fornito di doccia con acqua calda e fredda a tutte le ore del giorno. Le camere sono dislocate su due piani, hanno ingresso indipendente e si affacciano su corridoi interni con arcate dai quali si ammira il giardino. L'area delle abitazioni è divisa da quella del museo, anche se vi comunica attraverso il parco: ciò permette una maggior riservatezza per coloro che sono ospiti della foresteria.
LA SALA DA PRANZO
Il complesso che ospita il Museo, dispone, in una sua ala, di un'ampia ed elegante sala da pranzo abitualmente utilizzata dai componenti della missione archeologica italiana durante le attività di laboratorio.
La sala può ospitare comodamente circa 40-50 persone: è accogliente e guarda sul giardino interno. Vi si accede direttamente dall'area delle stanze della foresteria ubicate al piano terreno e al primo piano del Centro. Gli ospiti che pernottano al Centro potranno assumere la prima colazione di tipo continentale. Il personale di cucina del Centro potrà inoltre preparare pasti ai gruppi che si fermano diversi giorni per partecipare ai programmi degli stage di studio e laboratorio.
IL GIARDINO INTERNO
....E L'ACQUEDOTTO PRECOLOMBIANO DI BISAMBRA
All'interno dello spazio verde del Centro Studi e del Museo Antonini, scorre l'acquedotto di Bisambra, che testimonia il talento degli antichi Nasca nel campo dell'ingegneria idraulica. Grazie a un'attenta analisi del suolo e delle sue caratteristiche, essi adottarono un ingegnoso sistema di captazione idrica, conosciuto con il nome di “gallerie filtranti” o puquios e riuscirono a realizzare una rete di distribuzione idraulica permanente che scorreva all'interno dell'area agricola, permettendo d'irrigare una vasta porzione di territorio anche durante i mesi di siccità totale. A tutt'oggi nell'area esistono 34 acquedotti Nasca ancora in uso, la maggior parte dei quali sono d'origine precolombiana, anche se hanno subito notevoli modifiche nel tempo. Gli acquedotti di Nasca sono a cielo aperto, semisotterranei oppure coperti in gran parte del percorso, accessibile solo attraverso pozzi d'ispezione di forma variata.
Il giardino interno del Centro Studi comprende in parte anche il parco archeologico del Museo Antonini nel quale si possono ammirare ricostruzioni di tombe delle diverse epoche in scala reale, la riproduzione di alcune micropitture rupestri di Huayhua, una visione dall'alto di un fedele modello in scala ridotta dei geoglifi di Nasca. L'elemento di maggior rilievo è comunque l'acquedotto precolombiano di Bisambra. Nel 1991 si è potuto conservare e porre in valore l'ultimo frammento di ciò che resta dei 1.300m circa dell'acquedotto, ormai completamente ricoperto dall'edificazione incontrollata degli ultimi decenni. L'acquedotto di epoca Nasca, scorre all'interno dell'area utilizzata dal Centro Studi per le sue attività e fa parte del percorso museale.
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